Il digitale può aiutare le persone ad evitare di sprecare il cibo.
L’Italia è al secondo posto al mondo nella lotta agli sprechi alimentari secondo il Food Sustainability Index, dopo il Canada e prima di Germania e Giappone.
Lo spreco a livello domestico è di circa 67 Kg per famiglia all’anno, contro una media internazionale di 85 kg.
Un buon risultato, che va mantenuto e, se possibile, migliorato. Anche perché, secondo una ricerca, nel 2022 nelle case degli italiani è stato buttato via cibo ancora commestibile per un totale di 6,48 miliardi di euro. Una cifra che va ridotta.
Una soluzione la offrono alcune applicazioni che aiutano le persone, le aziende e le associazioni a non gettare nella spazzatura alimenti ancora validi.
Ce ne sono sostanzialmente di due tipi: quelle che stabiliscono una relazione tra il cliente e il commerciante, e quelle che invece mettono in rete produttori, distributori ed enti benefici.
Grazie a queste app, si possono ritirare, a un prezzo scontato, pacchetti o scatole con i generi alimentari che i proprietari di negozi o ristoranti mettono a disposizione a fine giornata, quando si accorgono che non riusciranno a smaltire tutto.
Altre app consentono di acquistare frutta o verdura “brutta”, cioè non esteticamente attraente ma ancora fresca e sana.
Altre ancora consentono di ricevere le segnalazioni dei supermercati su offerte e sconti applicati ai prodotti che stanno per scadere.
Ci sono anche applicazioni che suggeriscono come conservare gli alimenti per evitare di farli scadere o come usare gli ingredienti rimasti in frigorifero.
È un mondo, quello delle app anti-spreco, che mette insieme la capacità di rispettare l’ambiente con il risparmio e in molti casi anche con la solidarietà. Ed è il digitale che ha reso possibile tutto questo.