La creatività italiana, unita alle capacità tecniche e alle conoscenze tecnologiche, è un patrimonio già molto ricco e da valorizzare ancora meglio attraverso la formazione.
Nel 2022 aziende e inventori italiani hanno depositato presso l’Ufficio europeo dei brevetti 4.864 domande, il secondo risultato più alto di sempre, solo leggermente inferiore al 2021. Con le richieste di brevetti all’European Patent Office (Epo) cresciute del 10% negli ultimi 5 anni, il nostro Paese è al quinto posto tra i 27 dell’Unione europea.
C’è molto digitale in queste idee partorite dalla mente dei nostri connazionali. Oltre a varie proposte relative a imballaggi e trasporti, gli italiani si sono distinti nell’ideazione di nuove tecnologie legate ai macchinari speciali, area che comprende le macchine utensili per diversi settori industriali e la stampa 3D.
In generale, dei 193.460 brevetti ricevuti l’anno scorso dall’Epo da parte di tutti i cittadini europei, il maggior numero riguardava la comunicazione digitale (16.705), poi quelli per le tecnologie mediche e per il settore informatico. È evidente che, sia in Italia sia nel resto d’Europa, è importante garantire alle persone la giusta formazione e le competenze adeguate perché possano continuare a creare.
Gli innovatori possono trovare idee e soluzioni sempre nuove e utili per se stessi e per gli altri, e dare quindi un forte impulso all’innovazione. Ma in un Paese dove non si coltivano competenze digitali, difficilmente potranno nascere degli innovatori.
