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Le news di oggi sul mondo AI, con i miei commenti – 31.03.2025

Ecco le news, commentate, di oggi sul mondo dell’AI.

#Apple vuole diventare il nostro medico digitale personale.
E lo fa con “Project Mulberry”, una versione completamente ripensata dell’app Salute.
Un coach sanitario alimentato da intelligenza artificiale, capace di analizzare i nostri dati e darci consigli su misura. Non più solo contapassi e battito cardiaco, ma raccomandazioni mediche vere e proprie, cibo incluso. Si potrà anche usare la fotocamera dell’iPhone per correggere la postura durante l’allenamento.
E ci stanno costruendo intorno un’intera struttura editoriale, con esperti in sonno, nutrizione, fisioterapia e salute mentale.
Davvero controlleranno ogni singolo suggerimento su cosa mangiare o se dobbiamo riposare?
E in base a quali criteri? Medici? Aziendali? 😉

Nel frattempo #Google continua la sua corsa, e lo fa lanciando Gemini 2.5 Pro Experimental, il modello AI con il punteggio più alto nella classifica LMArena. È gratuito e disponibile per tutti, e ha fatto segnare un incredibile 130 nel test del QI di #Mensa Norvegia.
Per dare un’idea, la media umana è 100. Stiamo cominciando a usare cervelli sintetici più intelligenti di quelli umani, senza sapere bene dove porterà tutto questo. E il punto è che ora sono in mano a chiunque.

Sempre su #ChatGPT, alcuni utenti hanno notato la comparsa di un nuovo cursore chiamato “thinking slider”, che permette di scegliere se far pensare l’IA poco, un po’ o tanto. Una genialata. Perché ci ricorda una cosa: anche le macchine hanno bisogno di “tempo per pensare” e più tempo diamo loro, più diventano precise.
Ma significa anche che le risposte non sono mai neutre: dipendono da quanto, e come, chiediamo all’IA di riflettere. E in un mondo dove la velocità è tutto, dite che siamo pronti ad aspettare una risposta più intelligente, se ci vuole qualche secondo in più?

Nel frattempo Sam Altman, CEO di #OpenAI, ha risposto su X con un criptico “sarà davvero carino” a chi gli chiedeva se l’azienda stia costruendo un computer.
Nessun dettaglio, ma il messaggio è chiaro: OpenAI non si limiterà al software.
E questo cambia le regole.
Quando chi sviluppa l’intelligenza artificiale inizia anche a costruire l’hardware su cui gira, il rischio è un ecosistema chiuso dove chi controlla l’IA controlla tutto il resto.
E ci siamo già passati con gli smartphone…

Dall’altra parte del mondo, in Cina, il modello ERNIE 4.5 di #Baidu ha sfidato GPT-4.5 a Xiangqi, ovvero gli scacchi cinesi. E ha vinto. Sempre. Anche rilassandosi.
Un’umiliazione digitale che ci ricorda che non esiste un unico centro del mondo dell’AI, e che la competizione tra Stati, più che tra aziende, si gioca anche in queste sfide simboliche. Non è solo un gioco: è un modo per mostrare chi ha in mano la tecnologia più avanzata. E la Cina sta alzando la voce.

E poi c’è una startup di nome #Extropic AI, che ha svelato i suoi chip probabilistici capaci di superare l’efficienza dell’hardware tradizionale fino a 10.000 volte.
Diecimila!
Il progetto punta a sfidare Nvidia, dominatore attuale delle schede AI. Ma se davvero ci riuscisse, sarebbe un terremoto. Perché l’infrastruttura dell’intelligenza artificiale è fatta di silicio, energia e calcolo. E chi cambia le regole a quel livello cambia tutto.
Non solo le app: l’equilibrio stesso del potere.

E mentre tutti si concentrano sulle app che parlano, c’è un mondo invisibile che si muove sotto la superficie. Dove si decide chi guida, chi accelera e chi rimane indietro.

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