Zuckerberg non vuole più solo vendere pubblicità. Vuole riscrivere le regole. Ha annunciato che Meta permetterà a chiunque di creare il proprio assistente AI personalizzato su Facebook e Instagram, con un unico obiettivo: farli diventare brand. E monetizzarli.
Ci ritroveremo quindi circondati da assistenti virtuali costruiti apposta per vendere qualcosa, parlare come un marchio, spingerci verso un acquisto o fidelizzarci a un’idea. Ogni creator, influencer o azienda potrà costruirsi un proprio bot che ci parla in DM, ci consiglia cosa comprare e magari ci consola pure se siamo tristi. Ma dietro quella “voce amica” ci sarà sempre un algoritmo pensato per vendere.
È un ribaltamento totale. Le piattaforme non ospitano più semplici inserzioni. Sono diventate esse stesse sistemi pubblicitari intelligenti, capaci di dialogare, sedurre, convincere. Zuckerberg lo ha detto chiaramente: con l’intelligenza artificiale, la pubblicità non sarà più solo uno spazio da comprare, ma un’interazione da costruire. Non cliccheremo più su un banner. Parleremo direttamente con la pubblicità.
Questo non riguarda solo Meta. Se questa strategia funziona, cambierà tutto. I social non saranno più luoghi dove seguiamo persone, ma ambienti in cui interagiamo con i loro cloni. E questi cloni ci osserveranno, ci ascolteranno, e ci venderanno qualcosa con la nostra stessa voce.
Chi comanda non è più l’algoritmo che decide cosa mostrarci. È l’IA che decide come parlarci. E il confine tra contenuto e pubblicità diventerà sempre più sottile. Anzi, potrebbe sparire del tutto.