Non bisogna mai smettere di migliorarsi per continuare a vivere e lavorare in un mondo in evoluzione. Alle persone vengono richieste sempre nuove competenze, in particolare le competenze digitali, perciò bisogna accettare che la formazione professionale non finisca mai.
Le aziende che aiutano i dipendenti in questo percorso fanno upskilling, termine inglese che indica appunto l’adeguamento e arricchimento costante delle proprie skill, le competenze. Non va confuso con il reskilling, che si riferisce a un cambiamento di carriera o di ruolo all’interno di un’azienda, per esempio un addetto alle vendite che diventa anche responsabile di un progetto.
L’upskilling è un miglioramento nell’ambito della propria carriera o del proprio ruolo: un dirigente resterà dirigente, ma intanto avrà imparato cose nuove che gli serviranno per essere ancora più bravo. Alle imprese conviene formare chi è dentro, perché hanno difficoltà a trovare fuori le persone giuste: secondo uno studio di Eit Digital, organizzazione europea per l’innovazione digitale, entro il 2030 solo il 64% della popolazione raggiungerà almeno le competenze digitali di base. Risultato: in Europa mancheranno all’appello ben 6,7 milioni di specialisti digitali. La formazione è indispensabile e non può certo essere occasionale, ma deve durare tutta la vita.