Immaginiamo di alzare gli occhi al cielo, di sera, in una metropoli come Shanghai. E invece delle stelle, vediamo un gigantesco QR Code sospeso sopra i grattacieli. Lo inquadriamo col telefono… e parte il download di un videogioco. È successo davvero.
Tutto orchestrato da un esercito di 1500 droni, perfettamente sincronizzati per creare nel cielo notturno un codice scansionabile. L’operazione è stata firmata dalla piattaforma Bilibili per lanciare l’anniversario del gioco Princess Connect! Re:Dive. E ha lasciato a bocca aperta migliaia di persone.
La cosa incredibile non è solo la tecnologia usata. Ma il fatto che il cielo, uno degli ultimi spazi “liberi”, sia stato trasformato in uno spazio pubblicitario interattivo. Non un cartellone da guardare distrattamente. Ma un’esperienza immersiva, che ci coinvolge fisicamente, con il nostro smartphone. E con una call to action immediata: scaricare, giocare, condividere.
È una nuova forma di comunicazione. Non ci urla contro, ci invita a partecipare. Non si limita a mostrarci qualcosa, ci porta dentro l’azione. E lo fa in un modo che fino a pochi anni fa avremmo considerato impensabile.
Ma questo ci porta a una riflessione. Se anche il cielo può diventare uno schermo, cosa resterà fuori dal mercato della visibilità? Siamo sicuri di voler vivere in un mondo in cui ogni superficie – anche quella sopra le nostre teste – è un’opportunità per vendere qualcosa?
