Bisogna formare sempre più specialisti nell’uso delle tecnologie perché c’è una grave carenza di personale in questo campo: sono 89mila i posti di lavori vacanti in Italia, stima Assintec-Assiform, di cui 57mila possono essere ricoperti anche da non laureati. Eppure le aziende fanno fatica a individuare professionisti dell’Information Technology, la tecnologia dell’informazione.
Servono in particolare software developer, cioè sviluppatori di programmi, esperti di cloud computing (la “nuvola” informatica) e di information security, quelli che proteggono i nostri dati dagli attacchi online. Servono ma non si trovano, o non se ne trovano abbastanza. L’innovazione procede a un ritmo così veloce che le aziende non riescono a stare al passo con il cambiamento e a formare in modo adeguato i dipendenti: così, nel 72% dei gruppi di lavoro impegnati nell’informatica in azienda, mancano le competenze necessarie.
La formazione, appunto, è la chiave. È importante dare a bambini, ragazzi e giovani studenti tutte le conoscenze necessarie per riuscire a trovare un lavoro in futuro, anzi magari essere “inseguiti” dalle imprese. E il lavoro oggi è soprattutto qui, nel mondo dell’innovazione digitale e tecnologica. È altrettanto importante formare chi un lavoro già ce l’ha, ma rischia di perderlo perché non conosce le nuove tecnologie. Entro il 2026 l’Italia dovrà educare alle competenze digitali di base due milioni di persone e dovrà tornare a formare oltre 20 milioni che già hanno un lavoro.
È un grande impegno, ma è indispensabile trovare risorse ed energie per intraprenderlo e portarlo a termine.
