Il digitale, entrato da alcuni anni nel mondo della sanità, può aiutare le persone ad affrontare meglio una malattia. Sono già abbastanza diffuse alcune tecnologie per la cura dei pazienti a domicilio, come le app per la salute, utilizzate dal 38% dei malati cronici o con problemi gravi. Vengono impiegati sempre più spesso i dispositivi indossabili per monitorare i parametri clinici. Inoltre le persone si dicono interessate all’uso delle tecnologie di realtà virtuale o aumentata in medicina e sono aperte all’utilizzo di assistenti vocali che possano dare informazioni sulla salute.
L’utilizzo della Telemedicina aumenta, dicono i dati dell’Osservatorio Sanità Digitale del Polimi. La maggior parte dei medici utilizza email e WhatsApp per comunicare con i pazienti, ma molti si stanno spostando verso l’uso di app o piattaforme di comunicazione dedicate all’uso sanitario. Frena invece la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, l’insieme di dati e documenti digitali che riguardano gli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale.
Guardando al futuro, tra i medici emerge la preoccupazione sul possibile utilizzo inappropriato dell’intelligenza artificiale e meno di 2 clinici su 10 temono che l’AI possa sostituire, anche in parte, il loro lavoro.
In realtà il digitale è un alleato della sanità: bisogna procedere sulla strada della digitalizzazione, perché può dare una mano concreta ai medici e contribuire a mettere i malati in una condizione migliore, dando loro l’opportunità di fare controlli immediati, essere monitorati costantemente e anche da remoto, e di comunicare meglio con chi si occupa di loro.
