Quello che sta accadendo con gli AI agent nella realtà è un po’ diverso da quello che ci si aspettava.
Prendiamo n8n.
Una piattaforma no-code che funziona bene proprio perché lascia a noi utenti la possibilità di risolvere velocemente i nostri micro-problemi quotidiani.
In pochi minuti, senza grandi investimenti di tempo o soldi, ci togliamo dalle scatole una marea di scocciature operative.
Ci raccontano di workflows venduti alle aziende per decine di migliaia di dollari.
Di intere strutture aziendali trasformate dall’oggi al domani grazie a questi agenti AI.
Peccato che nella realtà, però le cose siano diverse.
Chiunque abbia lavorato in grandi aziende lo sa.
Ci sono barriere enormi per introdurre tecnologie nuove: sicurezza, privacy, compliance.
Per non parlare del fatto che, a livello macro, esistono già soluzioni software consolidate e affidabili che coprono quelle esigenze da anni.
Perché un’azienda dovrebbe spendere 40mila dollari per un workflow sperimentale, quando ci sono strumenti rodati e sicuri già disponibili?
Se fosse vero, tutti i professionisti del settore software avrebbero già mollato il loro lavoro per buttarsi su questo nuovo Eldorado.
Non succede, perché quel mercato non esiste. Almeno, è ancora molto piccolo e immaturo.
Il rischio reale è che ci siano persone che approfittano di chi non conosce il settore, vendendo illusioni su presunti guadagni, o risparmi, facili.
La tecnologia è straordinaria, nessuno lo nega. Anzi, io ne scrivo spesso e sicuramente è il futuro. Ma oggi, soprattutto per le grandi aziende è ancora presto per considerarla una soluzione B2B di massa