In Estonia hanno deciso che ChatGPT entra ufficialmente nelle scuole superiori, e che sarà utilizzato direttamente dagli studenti minorenni di 15 e 16 anni.
Per la prima volta un’intera nazione affida ufficialmente una tecnologia così potente a ragazzi così giovani.
L’obiettivo dichiarato è chiaro: supportare gli insegnanti, facilitare l’organizzazione scolastica e migliorare le competenze digitali degli studenti.
Ma ci sono questioni delicate che non possiamo ignorare.
Per esempio, il rischio concreto di creare una generazione dipendente dall’AI, incapace di pensare criticamente o risolvere problemi senza il supporto di una macchina. E siamo sicuri che siano pronti a gestire questo cambiamento senza perdere autorevolezza in classe?
Forse, la vera sfida è proprio trovare il giusto equilibrio tra l’innovazione che avanza e quei valori educativi che rendono la scuola qualcosa di più di un semplice trasferimento di informazioni.