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IA valuta quanto è convinta delle parole che sta generando

L’idea che un’intelligenza artificiale possa “imparare da sola” non è nuova, ma questa volta il salto è più profondo: non serve più una risposta giusta, basta che l’IA “si senta sicura” di ciò che dice. Il metodo si chiama INTUITOR e arriva da UC Berkeley e Yale. In pratica, l’IA valuta quanto è convinta delle parole che sta generando, e usa quel “sesto senso” come guida per migliorarsi.

Non servono più correzioni esterne. Nessun umano che le dica “hai sbagliato, riprova”. Se la macchina si sente sicura, va bene così. Ed è proprio questa sensazione interna, questa fiducia auto-valutata, che diventa il nuovo criterio per imparare.

Nei test su problemi matematici, INTUITOR ha ottenuto risultati simili agli approcci classici. Ma nel coding, nei compiti più aperti e complessi, ha addirittura superato i metodi tradizionali. E non è tutto. Le IA addestrate con questo sistema hanno iniziato a comportarsi in modo più “umano”: scompongono i problemi, fanno piani, spiegano passo-passo il ragionamento.

Questo cambia tutto. Perché ci dice che possiamo addestrare le macchine anche quando non sappiamo cosa rispondere noi. Quando le risposte non esistono ancora. Quando servono intuizione, logica e un po’ di coraggio. Come facciamo noi.

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