Il digitale è diventato il principale strumento di informazione tra i più giovani per quanto riguarda le questioni relative alla salute. Secondo un recente sondaggio, gli italiani tra i 13 e i 20 anni che vogliono informarsi su problemi sanitari e sulla prevenzione delle malattie lo fanno innanzitutto online: il 61% cerca indicazioni e suggerimenti sui motori di ricerca, Il 36% legge le notizie in rete, il 26% va sui siti specializzati, il 24% sui social. Solo uno su cinque degli intervistati, alla domanda “Dove cerchi informazioni su salute e prevenzione?”, ha risposto “Chiedo al mio medico”. Un’analoga percentuale ne parla con gli amici e il 18% con i familiari.
È evidente l’importanza dell’informazione specializzata su Internet: adolescenti e giovanissimi che si interrogano sui corretti stili di vita, o su specifici disturbi, o si fanno domande relative a farmaci, diete o vaccini, come prima cosa si rivolgono al web. Solo in seconda o terza battuta fanno riferimento a un dottore o alle persone che hanno intorno.
È abbastanza normale che un ragazzo abituato a svolgere gli impegni quotidiani da smartphone o su altri dispositivi digitali faccia ricorso a questi stessi strumenti quando ha dubbi o domande sulla salute. L’importante, però, è la qualità delle informazioni a cui ha accesso online: devono essere chiare, corrette, affidabili e certificate. Poi, naturalmente, se i quesiti non sono sciolti e il problema resta, è doveroso ricorrere all’aiuto di uno specialista. Magari anche, se è il caso, a distanza.
Sempre secondo lo stesso sondaggio, infatti, quasi un italiano su due è propenso a sostituire alcune visite mediche di persona con quelle da remoto. In questo caso i più aperti a farsi visitare non in presenza, attraverso i dispositivi digitali, sono gli uomini tra i 35 e i 54 anni.
È la conferma che la telemedicina, di cui ho già parlato in altri post, è un fenomeno in crescita che sta convincendo sempre più persone perché può offrire molte opportunità. D’altra parte, come ho più volte ribadito, occorre vigilare perché i nostri dati sanitari inseriti online siano al riparo dai malintenzionati, dal momento che sono estremamente riservati e perciò preziosi. Dare informazioni accurate, proteggere le nostre informazioni: sono due cose che dobbiamo tenere sempre a mente quando parliamo di sanità digitale.