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Dati sanitari rubati? Un incubo

Carta di credito rubata? Un problema, ma risolvibile. Dati sanitari rubati? Un incubo, che può perseguitare per tutta la vita.

I dati sanitari sono tra le informazioni più preziose e pericolose che possano finire nelle mani sbagliate. Non stiamo parlando solo di nomi e cognomi, ma di diagnosi, prescrizioni, cartelle cliniche, numeri di previdenza sociale e perfino immagini biometriche. Informazioni che, una volta sottratte, non si possono cambiare come una password. Restano lì, indelebili, pronte per essere sfruttate nel modo peggiore.

Pensiamo agli scenari più inquietanti. Un criminale può usare questi dati per ottenere farmaci a nome di qualcun altro e rivenderli nel mercato nero. O peggio, falsificare un’identità medica per ottenere trattamenti costosi, lasciando la vittima a dover pagare migliaia di euro in fatture ospedaliere mai richieste. E se queste informazioni finissero nelle mani di assicurazioni o datori di lavoro senza scrupoli? Una diagnosi scomoda potrebbe significare il rifiuto di un’assicurazione sanitaria o la perdita di un’opportunità lavorativa.

Poi c’è il lato più oscuro: il ricatto. Se qualcuno ha una condizione medica che preferirebbe tenere privata, un cybercriminale potrebbe minacciarlo di rivelarla a familiari, colleghi o perfino online. Un’arma potentissima nelle mani sbagliate.

E non dimentichiamo l’accesso biometrico. Se un criminale ruba le impronte digitali o le scansioni del volto di una persona, potrebbe superare i sistemi di sicurezza più avanzati. Una volta che questi dati vengono compromessi, non c’è reset che tenga. Non puoi cambiare il tuo volto o le tue impronte come faresti con una password.

Ogni giorno, ospedali, cliniche e aziende del settore sanitario raccolgono enormi quantità di dati personali, ma troppo spesso non investono abbastanza nella loro protezione. Eppure, parliamo di informazioni che valgono più di una carta di credito sul dark web. Perché con una carta rubata puoi fare qualche acquisto prima che venga bloccata. Con un’identità sanitaria compromessa, invece, il danno può durare per sempre.

In Italia, fortunatamente, abbiamo eccellenze come la Polizia Postale e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), che ogni giorno lavorano per proteggere cittadini e istituzioni da minacce informatiche sempre più sofisticate. Ma non basta. Sarebbe bello vedere maggiori investimenti nella sicurezza da parte delle aziende private che operano nel settore sanitario. Perché proteggere i dati sanitari non è un’opzione: è una responsabilità.

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