Sapete vero cosa sta succedendo in queste ore in USA nel mondo del copyright?
OpenAI sta spingendo per ottenere più libertà nell’addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, perché la questione centrale è questa: le AI hanno bisogno di enormi quantità di dati per migliorare, ma spesso quei dati sono protetti da copyright.
Secondo OpenAI (e altre big tech) il principio del fair use dovrebbe permettere di utilizzare libri, articoli, immagini e video senza dover chiedere permessi o pagare chi li ha creati. Il ragionamento è che questi dati servono per far funzionare i modelli AI, non per copiarli direttamente.
Fila? Mica tanto…
Artisti, scrittori e creativi giustamente dicono che così saranno espropriati delle loro opere. Se le AI possono usare i loro contenuti senza compenso, chi crea rischia di essere tagliato fuori. Per questo, più di 400 star di Hollywood, da Cate Blanchett a Chris Rock, hanno chiesto al governo di bloccare questa possibilità, per proteggere il valore del loro lavoro.
OpenAI vuole meno vincoli per far avanzare la tecnologia, mentre chi lavora nei settori creativi chiede che il copyright non venga aggirato.
A questo aggiungo che, tuttavia, fino ad ora hanno già fatto scorpacciate gratuite e luculliane di opere umane e magari anche basta.