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Colossi come Amazon, Meta e Google hanno sottoscritto un impegno per triplicare la capacità nucleare

Lo sapete vero che colossi come Amazon, Meta e Google hanno sottoscritto un impegno per triplicare la capacità nucleare globale entro il 2050? L’intelligenza artificiale consuma una quantità di energia spaventosa, e le rinnovabili da sole non bastano. Serve qualcosa di stabile, prevedibile, sempre disponibile. E così, mentre si parla di sostenibilità e transizione ecologica, i Big Tech puntano dritti sul nucleare.

Oggi il nucleare copre circa il 9% dell’elettricità mondiale, con 439 reattori attivi. Troppo poco per alimentare la rivoluzione dell’IA. Secondo Goldman Sachs, il consumo energetico dei data center potrebbe più che raddoppiare entro la fine del decennio. Serve energia, tanta, subito. E le grandi aziende lo sanno: senza una fonte stabile, l’espansione dell’IA rischia di scontrarsi con i limiti fisici della rete elettrica.

Il Regno Unito sta già muovendosi per accelerare la costruzione di nuove centrali. Il progetto Sizewell C, nel Suffolk, prevede due reattori per oltre 3.260 MW di potenza, abbastanza per alimentare milioni di case entro il 2035. Anche il sito di Wylfa, in passato sede di una centrale nucleare, è stato scelto per un nuovo impianto. Il messaggio è chiaro: l’IA non si ferma, e per sostenerla serve energia continua, senza incertezze.

Se vogliamo un futuro digitale senza interruzioni, dobbiamo accettare la realtà: l’energia non si crea dal nulla. Il nucleare è tornato al centro del gioco, e questa volta sono le aziende tecnologiche a dettare il ritmo.

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