C’è un esercito che si muove in silenzio. Non marcia, non respira, non dorme. Ma cresce. Ovunque.
Sono i robot intelligenti antropomorfi.
A New York hanno svelato RUKA, una mano robotica open source con 15 gradi di libertà. Funziona per 20 ore senza perdere efficienza. È ispirata ai tendini umani. Ed è solo una delle tante prove che il corpo umano sta diventando replicabile.
In Cina, intanto, Mornine – l’umanoide biondo platino firmato Chery Auto – ha imparato a camminare da solo e orientarsi nello spazio. Sempre in Cina, stanno costruendo robot biodegradabili che si dissolvono in poche settimane, fatti di gelatina di maiale e cellulosa vegetale. Robot che spariscono dopo aver fatto il loro lavoro.
Nel Regno Unito, Open Bionics ha presentato Hero, un braccio bionico wireless e impermeabile che promette di essere la mano più leggera al mondo. E negli Stati Uniti, Foundation Robotics ha pubblicato un video che mostra l’evoluzione delle gambe del suo primo umanoide, Phantom.
Nel frattempo, in Giappone, i robot che raccolgono fragole stanno rivoluzionando l’agricoltura. Usano il lidar per mappare in 3D e non hanno bisogno di braccianti. In Europa, i ricercatori finanziati dall’UE hanno creato robot autonomi che riconoscono le batterie negli scarti elettronici e le rimuovono.
E poi c’è Knightscope, che produce robot per la sicurezza. Si è appena trasferita in un quartier generale da 3.000 metri quadrati nella Silicon Valley per preparare la prossima fase di espansione.
Infine, un microbot cinese ha battuto tutti i record: è il più piccolo e leggero robot terrestre-aereo senza fili. Cambia forma. Non ha fili. E vola.
Non è più solo innovazione. È accelerazione. E noi dobbiamo scegliere se restare spettatori o iniziare a capire davvero cosa sta succedendo.