Mamma quanta roba che sta succedendo nel mondo digitale!
Apple dice addio alla Cina.
Entro la fine del 2026 produrrà praticamente tutti gli iPhone destinati agli USA direttamente in India.
Questa scelta cambia tutto, perché Apple non è solo un’azienda, è un indicatore geopolitico preciso: se Cupertino lascia la Cina, significa che il baricentro tecnologico mondiale si sta spostando definitivamente altrove.
E in questo scenario, l’India non sarà più solo il paese del software, ma diventerà anche la fabbrica del mondo occidentale. LINK
Ma mentre Apple lascia la Cina, un’altra grande azienda cambia radicalmente il suo approccio al lavoro: Uber vuole tutti in ufficio almeno tre giorni a settimana.
Fine dello smart working libero e della flessibilità assoluta, quella che fino a ieri ci raccontavano come rivoluzione inevitabile.
Ufficialmente parlano di produttività, in realtà è solo voglia di controllo.
Se persino un colosso digitale come Uber fa retromarcia, forse dobbiamo ripensare davvero tutto il discorso sul futuro del lavoro.
A proposito di futuro, anche Duolingo ha deciso da che parte stare, e ha scelto definitivamente le macchine.
Il CEO ha annunciato che inizieranno presto a eliminare progressivamente i collaboratori umani per diventare un’azienda basata soprattutto sull’intelligenza artificiale.
La trasformazione è già in atto, e non riguarda più solo lavori ripetitivi o manuali: adesso l’intelligenza artificiale arriva direttamente al cuore del sapere e dell’insegnamento.
Anche Yelp guarda verso l’automazione totale, e lo fa portando l’AI direttamente nei ristoranti.
Presto userà assistenti vocali automatici per rispondere al telefono, prendere prenotazioni e gestire clienti in attesa.
Così, anche la semplice ordinazione di una cena passerà attraverso una conversazione con un robot.
Forse perderemo qualcosa a livello umano, ma in nome dell’efficienza ormai si sacrifica tutto.
L’efficienza, appunto. Google ci ricorda che anche gli oggetti smart non sono eterni: dal 25 ottobre niente più aggiornamenti per le prime generazioni dei termostati Nest.
Prodotti non così vecchi, che fino a ieri erano venduti come l’avanguardia tecnologica per la casa intelligente.
Ora diventano improvvisamente vecchi, vulnerabili, abbandonati.
Quando compriamo tecnologia, ricordiamoci che la sua durata è sempre decisa da qualcun altro, non da noi.
Ma non tutta la tecnologia sembra destinata a diventare obsoleta così presto: Instagram Edits, la nuova app video di Meta, sta conquistando tutti.
Più di 700 mila download nei primi due giorni, numeri superiori persino a quelli di CapCut.
Meta stavolta ha centrato il bersaglio, e lo ha fatto semplicemente dando agli utenti ciò che desideravano: un’app facile, immediata e perfettamente integrata con Instagram.
La lezione? Quando copi, devi almeno farlo bene.
Spotify invece ha deciso di giocare pesante nel mondo dei contenuti audio, spendendo oltre 100 milioni di dollari sui podcast originali solo nel primo trimestre 2025.
Sono cifre enormi, mai rese pubbliche prima, e dimostrano una strategia chiara: meno dipendenza dagli artisti e più contenuti propri, per controllare direttamente il futuro del podcasting.
È una battaglia tra piattaforme e creatori, e chi la vincerà controllerà cosa ascolteremo per i prossimi anni.
Anche l’industria automobilistica guarda al futuro, ma in modo diverso. Slate Auto, startup che produce pick-up elettrici economici, punta su una vecchia tipografia in Indiana come sede della sua fabbrica.
Non è solo un nuovo impianto produttivo: è il tentativo di rilanciare un’intera regione industriale americana attraverso l’elettrico low-cost.
Se funziona, sarà la rivincita del Midwest e la dimostrazione che elettrico non vuol dire solo Tesla e lusso.
Infine, dal Giappone arriva la conferma che qualunque oggetto può diventare automatico, persino una zip.
YKK, gigante delle cerniere, sta sperimentando una zip motorizzata che si chiude da sola.
Non serve spiegare perché sembra inutile, ma ci fa capire una cosa precisa: presto ci abitueremo ad avere tutto automatizzato, anche ciò che fino a ieri sembrava impossibile da migliorare.
Questa è la direzione, non importa se ci piace o meno.