Lettera aperta ai consulenti, analisti, agenzie e osservatori sul “metaverso”.
La toccherò pianissimo.
Avete “venduto” il “metaverso” fino ad oggi, pur sapendo che non esiste e non esisterà.
Non sarebbe più serio ammettere di aver usato fino ad oggi a sproposito il termine “metaverso”, invece di forzarne il significato al punto di correlarlo al visore e al suo ecosistema presentato ieri da Apple?
È evidente che la realtà aumentata/mista sarà quella dove andremo. Non vedremo nessun mondo decentralizzato, blockchainizzato, tokenizzato, opensourcizzato. Ovvero il “metaverso” nel suo significato corretto.
Niente isolette dalla grafica ridicola su piattaforme semideserte da vendere come olio di serpente a povere aziende alla ricerca della prossima novità.
Alcuni hanno il coraggio di scrivere “simulazione della realtà (o “metaverso”).”
No!
Quella si chiama realtà virtuale, non “metaverso”.
Mentre quella che aggiunge elementi virtuali alla realtà fisica si chiama mixed reality o realtà aumentata. Questo è il vero futuro.
Basta storpiare termini per vendere “sali dimagranti” digitali.
No, questo non si chiama “metaverso”. Nessuno lo chiama “metaverso” a parte chi vuole piegare il termine, cambiandogli significato, sino a dimostrare che abbia senso.
Zuck ha buttato 100 miliardi in quella follia. Voi avete spinto aziende e utenti a investire in sitini 3D, mezzi storti, e a far comprare isolette a dei poveri polli che avete circuito.
Avete confuso anche i giornalisti meno esperti che hanno scritto “metaverso” anche per definire gli asparagi fritti.
Ora dovete chiedere scusa e magari ridare anche i soldi a chi vi ha pagato per portarli fuori strada.
Cordialmente,
Sempre vostro “vicino”,
Marco Camisani Calzolari