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In Inghilterra hanno stanziato un miliardo di sterline per la difesa elettronica

In Inghilterra hanno appena stanziato un miliardo di sterline per una nuova divisione di difesa elettronica. Non un fondo generico, non una promessa. Un miliardo vero, pronto a essere investito per proteggere infrastrutture, reti e interessi nazionali dagli attacchi digitali.

E noi?

Noi invece, quando finalmente abbiamo un’Agenzia per la Cybersecurity Nazionale, che lavora ogni giorno per tenere al sicuro dati, ospedali, ministeri e cittadini, la prima cosa che facciamo è criticarla.

Perché non assume abbastanza? Perché gli stipendi non piacciono? Perché il direttore dovrebbe parlare di più? Perché un malware è passato da qualche parte e allora “è colpa dell’ACN”?

Insomma, sembra che lo sport nazionale sia colpire ciò che funziona, invece che difenderlo. Abbassare tutto al livello del sospetto, del lamento, del “non fanno abbastanza”.

Ma la sicurezza non si improvvisa. Si costruisce. E se non impariamo a sostenere ciò che ci protegge, saremo sempre un passo indietro rispetto a chi ci attacca.

Mentre altrove si finanziano centri di comando avanzati e si reclutano talenti con piani decennali, noi perdiamo tempo a discutere se “serva davvero”. E intanto il rischio cresce, invisibile ma concreto.

Difendere l’ACN significa difendere le istituzioni di questo Paese, quelle che lo tengono vivo e funzionante!
Dobbiamo capire il valore di quello che abbiamo, e semmai pretendere che venga rafforzato. Non indebolito.

È cosa nota che io abbia un incarico per ACN, ma non ho alcun contratto che mi obbliga a difenderla o a parlarne. Questo è quello che penso e non vedo perché non dovrei dirlo solo perché ho un incarico lì.

Anzi, siccome so come funzionano le cose da dentro, quante persone di altissimo valore lavorano all’Agenzia ogni giorno per difendere il Paese e permettere a tutti di vivere normalmente, nonostante le migliaia di attacchi che arrivano costantemente, credo sia doveroso dirlo!

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