Il governo italiano sta affrontando il problema che denuncio da anni: la maggior parte delle operazioni in criptovalute oggi sono ancora troppo vulnerabili alle truffe.
Proprio per questo, a Palazzo Chigi, c’è stato un incontro molto importante: ministri, vertici delle forze dell’ordine, intelligence e Agenzia per la cybersicurezza nazionale si sono seduti insieme per capire come mettere fine a questo far west digitale.
La scadenza da segnare in rosso è quella del 30 giugno: entro questa data chi opera nel settore dovrà dimostrare di essere in regola con le nuove norme europee, pensate per evitare riciclaggio e finanziamenti illegali, obbligando le aziende ad avere strutture chiare e controllabili.
La speranza concreta è che questo cambiamento faccia finalmente diminuire le truffe che denuncio spesso, e che negli ultimi anni sono diventate incredibilmente diffuse, anche a causa della facilità con cui si possono muovere somme enormi senza lasciare tracce.
Per noi, la priorità ora è mettere ordine, garantendo sicurezza e fiducia: il digitale corre veloce, ed è fondamentale non rimanere indietro.
Non credo basti a fermare lo tsunami di truffe che arrivano vestite da crypto e che convincono le persone a scommettere su questo o quel’“investimento”, tuttavia a qualcosa servirà.
