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Il Papa e l’AI

Quando anche il Papa mette l’intelligenza artificiale al centro del suo primo discorso ufficiale, vuol dire che non è più un tema per ingegneri o nerd, ma una questione globale. Ve ne parlo da anni e ora anche Papa Leone XIV ha parlato chiaro: l’AI è una delle sfide più urgenti per l’umanità. E non per paura del futuro, ma per il rischio concreto che venga sacrificata la dignità umana, la giustizia, il lavoro.

Ha fatto un paragone con la rivoluzione industriale. E ha detto che la Chiesa deve guidare la riflessione su questi cambiamenti. Non è un messaggio tecnico, è un messaggio etico. E non arriva per caso: è in linea con quanto già affermato da Papa Francesco, che aveva chiesto un trattato internazionale sull’AI e aveva espresso timori sulle armi autonome.

Tutto questo si allinea perfettamente con la filosofia del Cyberumanesimo: un’idea che porto avanti da anni e che mette al centro l’essere umano in ogni processo tecnologico. Non possiamo delegare scelte etiche a un algoritmo. Dobbiamo costruire un futuro in cui l’AI è al servizio dei nostri valori, non il contrario. Serve consapevolezza, serve responsabilità. E ora, con oltre un miliardo di cattolici nel mondo, anche la voce del Papa potrebbe contribuire a orientare davvero la direzione che prenderà questa trasformazione.

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