Fin dal 1993 avevo un sogno: spiegare agli italiani il digitale.
Sarà perché è sin da piccolo che devo spiegare cos’è questa strana passione che ho. Sarà perché, anche dopo quando si è trasformata in lavoro, faccio fatica a spiegare che lavoro faccio.
Fatto sta che ci provo da allora.
Immaginate un ragazzo che nel 1995 andava in giro a cercare di spiegare ai vari direttori delle televisioni e delle radio che bisognava parlare di Internet. E immaginate la loro faccia.
Era come se gli avessi detto che fosse fondamentale parlare di tappi di bottiglia e della loro storia, in prima serata. Uguale.
Qualcuno mi ha dato credito, Claudio Cecchetto, che nel 1994 mi ha mandato in onda con un programmino a Radio Capital che parlava proprio di quello. Maria Alberta Viviani Corradi-Cervi che quando era Direttrice di Radio Rai mi ha dato credito.
E poi La7 che finalmente capì. Nel 2001 mi mandò in onda a condurre un programma tutto dedicato a Internet che si chiamava Mister Web. Ed esagerò mettendolo addirittura il sabato sera alle 19:30. Ero riuscito a dimostrare che, se fatto in un certo modo, poteva essere di intrattenimento.
Peccato che la prima puntata andò in onda l’11 settembre 2001 e come potete immaginare, l’ho vista solo io, ma forse neanche perché anche per i sei mesi successivi non si faceva altro che guardare news sulla tragedia delle Torri Gemelle.
Nei primi mesi del 2012 cambiò la direzione e ciao programma.
Sino al 2012 poi più niente. Piccole cose, ma io volevo arrivare alla massa. Era quella da alfabetizzare. Non le nicchie che erano già online!
Nel frattempo ho continuato a fare una sola cosa, l’unica che so fare: studiare il mondo digitale e cercare di tirarne fuori il meglio.
Pur essendo lontanissimo dall’obiettivo non ho mai smesso di lavorare per diffondere conoscenza. Ho insegnato all’università per anni, ho scritto per quotidiani e fatto centinaia di interviste sui vari temi che potevano toccare la vita digitale delle persone.
Ma niente mass media. Niente divulgazione di massa.
Vedevo altri che avevano spazio in TV ma che, secondo me, lo facevano nel modo sbagliato. Lo volevo fare in modo diverso. Senza prendermi sul serio. Mettendomi dalla parte delle persone e magari trovando anche il modo per divertirci tutti un po’.
Finalmente arriva RTL 102.5 che, grazie a un intuizione di Lorenzo Suraci, mi manda in onda ogni giovedì con una rubrica dedicata al digitale, durante l’orario di punta del mattino.
Finalmente mi stavo avvicinando all’obiettivo.
Sono stati tre anni bellissimi perché riuscivo a essere me stesso e a rendere tutto più leggero. Senza imposizioni, senza finti seriosismi.
Nel 2014 un autore di RAI1, Giovanni Taglialavoro, vede un mio libro su uno scaffale e pensa di chiamarmi per provare a spiegare il digitale ai telespettatori di Uno Mattina in Famiglia.
Pare funzionare e andiamo avanti per tre stagioni.
Ci siamo quasi, penso…
E poi arriva la vetta. Striscia la notizia.
La vetta perché storicamente è il programma più visto della TV, ed è il luogo ideale per arrivare a tutti e dimostrare che si può parlare di certi temi anche a chi non guarderebbe mai un programma dedicato al digitale.
Antonio Ricci, crede che si possa fare. Mi da piena fiducia. Lo fa anche quando altri gli dicono che non funzionerà mai. Anche quando alcuni detrattori fanno di tutto per screditarmi. Anzi, quando è successo ha risposto raddoppiando le volte che mi mandava in onda.
Mi ha affiancato con un autore storico, Alessandro Meazza, che tira fuori il meglio di me. Antonio poi mi porta sino a dove sono oggi.
Sto aiutando milioni di persone a capire il digitale e il sogno si è avverato.