L’intelligenza artificiale non nasce solo nei laboratori. A volte la troviamo dove meno ce l’aspettiamo: in un insetto. E per capire come funziona davvero un sistema neurale efficiente, la natura ha già fatto il lavoro per noi.
Un gruppo di ricercatori dell’EPFL, in Svizzera, sta studiando il cervello del moscerino della frutta per replicarlo in un robot. Non per fare una copia, ma per capire i principi dell’adattamento, della reazione, della semplificazione evolutiva. A volte per andare avanti bisogna copiare chi è rimasto semplice.
Quando il corpo non basta più, la tecnologia diventa il ponte. Per chi ha perso la capacità di muoversi, l’interfaccia tra cervello e macchina è una nuova speranza. Ma anche una nuova forma di dipendenza.
Neuralink ha aperto il suo registro globale per pazienti con tetraplegia, invitandoli a candidarsi per sperimentare l’interfaccia cervello-computer. Non è solo una tecnologia. È un potere enorme nelle mani di pochi. E ogni volta che colleghiamo il cervello a un’azienda privata, dobbiamo chiederci: chi comanda cosa? Info
I robot non stanno arrivando. Sono già ovunque. Non urlano, non brillano, non fanno scena. Si integrano. Pulendo i pavimenti di un hotel, attraversando i corridoi, muovendosi tra le persone.
LG ha iniziato i test con un robot aspirapolvere sviluppato per Marriott. Pulizia autonoma, coordinamento con lo staff, ottimizzazione dei turni. Non è un prodotto futuristico. È uno standard in fase di adozione. E la routine quotidiana sarà la porta d’ingresso dell’automazione permanente.
La mobilità non è più solo questione di motori. È anche questione di intelligenza. Di adattamento. Di coesistenza tra corpo e macchina.
Kawasaki ha svelato Corleo, un robot a quattro zampe ispirato a un lupo, pensato per esplorare e superare qualsiasi tipo di terreno. Alimentato a idrogeno, con sensori nei pedali e nel manubrio, si guida con il corpo. Non è pensato per domani. È pensato per il 2050. Ma è già qui per mostrarci cosa verrà dopo le ruote.
I robot umanoidi non sono più prototipi goffi. Stanno diventando strumenti domestici, presenti, intelligenti. E imparano a fare quello che noi facciamo ogni giorno, ma senza bisogno di mille istruzioni.
In Norvegia, 1X ha pubblicato un video in cui il suo robot NEO Gamma carica una lavastoviglie e raccoglie foglie usando una sola rete neurale. Non si tratta solo di forza. Si tratta di flessibilità cognitiva. Di adattamento automatico. E questo, nel mondo reale, vale molto di più della precisione.
Il corpo è cambiato. I movimenti sono più fluidi, le articolazioni più versatili, i calcoli più potenti. Il robot umanoide non è più un’idea da laboratorio. È una macchina costruita per agire nel mondo, in tempo reale.
Westwood Robotics ha presentato THEMIS, un umanoide con 40 gradi di libertà, braccia potenziate e 200 TOPS di potenza di calcolo. È progettato per fare. E quando un robot è progettato per fare tutto, è il contesto sociale a dover decidere cosa può e cosa non può fare. La tecnologia, ormai, è pronta