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Dipendenti Artificiali.

Non è più una questione di se, ma di quando. E secondo Jason Clinton, Chief Information Security Officer di Anthropic, il quando è quest’anno. Parliamo dell’arrivo imminente dei primi dipendenti artificiali: agenti autonomi alimentati dall’intelligenza artificiale, dotati di credenziali, memoria operativa e capacità d’interazione nei sistemi aziendali, esattamente come un collega in carne e ossa.

Ma qui non si tratta solo di efficienza o automazione. Si tratta di fiducia, controllo e responsabilità. Se un AI employee ha accesso ai nostri sistemi, chi decide cosa può fare e cosa no? Chi è responsabile se sbaglia? E come lo monitoriamo?

Fino ad oggi gli agenti AI svolgevano compiti specifici, in ambienti controllati. Ora si parla di account aziendali veri, password, privilegi, e soprattutto di memoria autonoma: significa che possono imparare, adattarsi e decidere. Ma possono anche sbagliare. O peggio, essere manipolati.

Ii problemi di sicurezza saranno enormi. Non solo tecnici, ma anche organizzativi. E se le aziende non cominciano subito a rivedere le policy, i sistemi di monitoraggio e i protocolli di emergenza, il primo incidente serio non sarà un’ipotesi, ma un punto di svolta inevitabile.

Anthropic dice di essere concentrata sulla protezione dei propri modelli. Bene. Ma chi protegge le aziende che inizieranno a usarli in rete? Chi definisce le regole quando il lavoratore non è più umano?

La verità è che ci stiamo spostando su un terreno nuovo, dove l’innovazione va più veloce delle regole. E dove la prossima vulnerabilità non sarà un virus, ma un’IA troppo autonoma. O troppo ingenua.

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