AI finta con dietro tanti indiani che scrivevano fingendo di essere una AI.
Altro che film comici…
Per anni hanno venduto un sogno: creare app in pochi minuti grazie all’intelligenza artificiale. In realtà, dietro Builder.ai c’erano sviluppatori umani in India che scrivevano tutto a mano.
Altro che AI.
Hanno raccolto oltre 445 milioni di dollari da colossi come Microsoft e il fondo sovrano del Qatar, promettendo automazione, efficienza e tecnologia all’avanguardia. Ma secondo le accuse, era solo una messinscena ben orchestrata. Il fondatore, Sachin Dev Duggal, avrebbe gonfiato i ricavi del 300% e ora è sotto indagine per riciclaggio in India.
A febbraio si è dimesso, mentre a maggio un creditore ha sequestrato 37 milioni dai conti aziendali.
Ne restavano 5, ma anche quelli sono stati congelati. Insolvenza inevitabile.
Ci ricorda che dietro al marketing sfavillante dell’AI, a volte, non c’è niente. Solo presentazioni ben fatte e promesse che nessuno verifica davvero.
In un settore che corre più veloce dei controlli, basta la parola “intelligenza artificiale” per attirare capitali. Ma chi investe, e chi usa questi strumenti, farebbe bene a guardare sotto il cofano, prima che sia troppo tardi.