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104 – L’AI sta già licenziando… quelli che non usano l’AI

L’AI sta già licenziando… quelli che non usano l’AI

Qui negli Stati Uniti quasi metà dei lavoratori ha paura. Ma non di quello che l’intelligenza artificiale potrebbe fare, di quello che sta già facendo. Secondo una ricerca dell’American Staffing Association, il 47% dei lavoratori teme che l’AI possa rendere il proprio lavoro inutile. Tra i Millennial la percentuale sale al 56%. Più di uno su due: una generazione intera che ha capito perfettamente cosa sta arrivando.

E non parliamo solo di operai o magazzinieri. Parliamo di marketer, impiegati, consulenti, persone con studi e competenze. Tutti consapevoli che l’intelligenza artificiale non è una moda: è un cambio di regole. Silenzioso, ma irreversibile. Sei aziende su dieci la usano già, ma solo tre lavoratori su dieci si sentono davvero pronti. Il resto naviga a vista. E indovinate chi verrà tagliato per primo? Quelli che non la usano. Perché sono meno efficienti di chi la usa. Semplice.

Qui non si parla di “essere pronti al futuro”, si parla di sopravvivere al presente. Quando un sistema amplifica ciò che fai, in meno tempo, con meno errori e a costi più bassi, la domanda è una sola: perché dovrebbero pagare chi non lo usa?

L’AI non è un aiuto. È l’aiuto. Come il computer negli anni Ottanta, quando ha sostituito chi classificava documenti a mano. Entra in azienda, taglia i tempi, riscrive i processi, elimina intere funzioni. E lo fa senza chiedere permesso. Chi non si adatta resta fuori. Non domani. Adesso.

E se volete capire come restare dentro, assicuratevi di aver cliccato su “Segui”.

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