Cybercrime in abbonamento: i ladri ora comprano Netflix del crimine
Il mondo del crimine informatico non è più quello che immaginiamo.
Niente hoodie, niente scantinati, niente script improvvisati. È un’industria che vende abbonamenti. Un pacchetto chiavi in mano per rubare identità e infiltrarsi ovunque.
Lo chiamano “Impersonation-as-a-Service”. Come Netflix, ma invece di serie TV ti porti a casa strumenti di phishing, training, coaching, exploit pronti. Non serve più saper programmare: basta pagare e imitare.
I forum underground lo confermano: gli annunci per social engineer di lingua inglese sono esplosi in un anno. Perché la lingua è l’arma più efficace. Non serve bucare i firewall se puoi convincere un dipendente a darti le credenziali con una telefonata.
I grandi gruppi lo sanno. ShinyHunters e Scattered Spider hanno già colpito Ticketmaster, AT&T, Dior, Chanel, Allianz, Google. Non con malware sofisticato, ma con voci finte, account falsi, fiducia manipolata. L’AI ha amplificato tutto: cloni vocali, testi credibili, sceneggiature perfette.
È finita l’era degli hacker solitari. Ora sono gang organizzate che rubano tecniche dai servizi segreti: fanno ricognizione, studiano i dipendenti, capiscono software, valori aziendali, poi colpiscono. Invisibili.
E adesso non serve nemmeno più imparare. I criminali tradizionali comprano servizi, aggiungono i nuovi mezzi alla loro vecchia esperienza e il gioco è fatto. Loro investono. Noi no. Non abbiamo programmi globali, non abbiamo campagne di comunicazione costanti, non educhiamo le persone ai nuovi trucchi. La prima difesa dovrebbe essere la consapevolezza, e invece la lasciamo marcire.
La maggior parte degli attacchi non avviene perché ci sono falle nei sistemi. Avviene perché qualcuno ci crede. E se restiamo ignoranti, continueremo a consegnare il mondo intero nelle mani di chi ha trasformato il crimine in un servizio in abbonamento.
#DecisioniArtificiali #MCC
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