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46 – Vai a zappar la terra! #DecisioniArtificiali #MCC

“Vai a zappar la terra”… Ma forse non possiamo più fare nemmeno quello…

Una volta era l’insulto definitivo: vai a zappar la terra. Oggi non possiamo neanche più quello. Perché la terra si zappa da sola. E lo fa pure meglio di noi.

Non stiamo parlando dei vecchi trattori automatici che seguivano una linea retta. Quelli li conosciamo da anni. Qui siamo oltre. Le nuove macchine agricole non si limitano a eseguire: decidono. Non aspettano ordini: pensano.

Droni che sorvolano i campi, scannerizzano il terreno, leggono dati climatici e prendono decisioni in tempo reale. Rover che camminano tra le piante, distinguono quelle sane da quelle da eliminare, raccolgono frutti maturi senza rovinarli. Sistemi AI che sanno quando seminare, quando irrigare, quando intervenire. E se sbagliano, imparano. Non serve il contadino. Non serve nessuno.

Alcuni hanno già forma umanoide. Perché serve adattabilità, non solo efficienza. Guidano altri mezzi, collaborano con droni, gestiscono interi processi agricoli senza intervento umano. E se una macchina si rompe? Arriva un altro robot a ripararla. E se si rompe anche quello? Ne parte un altro. Coordinati tra loro. In autonomia. Senza di noi.

È qui il punto. Non è solo un tema agricolo. È simbolico. Altamente simbolico. Se anche il lavoro del contadino — fisico, complesso, fatto di esperienza, intuito, stagioni, mani e fango — è sostituibile, allora nessun lavoro è davvero al sicuro.

L’agricoltura è da sempre alla base della nostra sopravvivenza. Se oggi a sfamarci non sono più le mani, ma una catena di sistemi intelligenti che non dormono mai, vuol dire che il concetto stesso di “lavoro umano” è saltato. Non stiamo più parlando di macchine automatiche. Queste non si limitano a fare. Capiscono cosa fare.

E se questo è vero per chi coltiva, domani lo sarà per chi ripara tubi, monta cavi, sistema antenne, progetta interruttori. Idraulici. Elettricisti. Muratori. Meccanici. Tutti mestieri in cui si diceva: ci vuole la mano dell’uomo. Falso. Basta replicarne le abilità, e oggi sappiamo farlo.

Non coltiviamo più con le mani. Ma con algoritmi, visione artificiale, reti neurali. I dati valgono più del sudore. E chi non li controlla, sparisce.

Il risultato? Un mondo dove “vai a zappar la terra” non è più un’offesa. È un lusso. Perché la terra non ci vuole più. Si lavora da sola. E non ha nostalgia di noi.

Il futuro non è automatizzato. È disumanizzato.
E se non ce ne accorgiamo adesso, domani manco il fango ci lasceranno.

#DecisioniArtificiali #MCC

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