Un micro sensore nell’intestino per capire meglio ansia, umore e salute digestiva
Hanno trovato il modo di ascoltare in diretta il nostro “secondo cervello”, quello nell’intestino, con un micro sensore più sottile di un capello. Seguitemi fino alla fine che vi spiego perché questa tecnologia può cambiare il modo in cui capiamo ansia, umore e malattie digestive.
Un gruppo dell’Università di Cambridge, insieme alla Thayer School of Engineering di Dartmouth, ha sviluppato un impianto morbido e flessibile che si inserisce tra le pareti dell’intestino e registra l’attività elettrica del sistema nervoso enterico. Lo hanno testato su roditori e maiali, anche mentre sono svegli e si muovono, osservando come i neuroni dell’intestino reagiscono al cibo, allo stress, alla pressione fisica. Finora questi segnali erano quasi impossibili da misurare in condizioni reali perché gli esperimenti si facevano in anestesia e l’intestino è in continuo movimento.
Questo è importante perché da anni studi clinici collegano l’asse intestino-cervello a disturbi come sindrome dell’intestino irritabile, ansia, depressione, Parkinson. Qui negli Stati Uniti diversi centri lavorano su microbiota e umore, ma spesso con dati indiretti: questionari, esami del sangue, analisi delle feci. Con un sensore del genere si può finalmente misurare in modo continuo come reagisce il “secondo cervello” a farmaci, dieta, stress. Per chi ha colite ulcerosa, morbo di Crohn o gastroparesi potrebbe diventare uno strumento per personalizzare le cure invece di andare per tentativi.
Resta il tema dei dati: un tracciato continuo dell’intestino è una nuova categoria di informazione sanitaria, molto sensibile. Qui negli Stati Uniti la discussione su chi possiede i dati di salute è già accesa con smartwatch e app. Se tecnologie come questa verranno usate con regole chiare e a favore dei pazienti, però, possono aiutarci a capire quanto il nostro benessere mentale è legato al corpo e aprire una nuova stagione di medicina più precisa e meno basata su ipotesi.
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