Se l’AI ci toglie il lavoro, chi comprerà i suoi prodotti?
Non avete idea di quanto questa domanda sia seria. Restate fino alla fine, perché qui non si parla di fantascienza: si parla del nostro futuro economico.
Se milioni di persone restano senza lavoro, chi compra quello che l’AI produrrà? Le macchine non fanno la spesa, non prenotano voli, non pagano bollette. Un’economia senza stipendi non funziona e si blocca. Qui negli Stati Uniti il Fondo Monetario dice che il 60% dei lavori è esposto all’AI: metà dei casi migliorano la produttività, l’altra metà sostituisce persone. Se il valore creato resta nelle mani di pochi, la ricchezza cresce solo in alto. E quando la ricchezza non circola, l’intero sistema si ferma.
La soluzione non è fermare l’AI, ma riscrivere il patto sociale: stipendi che crescono con la produttività, formazione continua, redditi di transizione e tassazione sull’automazione per finanziare la domanda interna. Non è teoria. A Stockton, in California, dove hanno dato un reddito mensile garantito, la gente non ha smesso di lavorare: ha lavorato di più e meglio. Quando metti soldi reali nelle mani delle persone, l’economia si muove.
L’AI può creare un mondo più ricco, ma solo se i profitti tornano alle persone. Se non lo facciamo, costruiremo un’economia perfetta ma vuota. La tecnologia non compra nulla. Siamo noi a farlo.
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