Il confine tra umano e macchina si assottiglia sempre di più. I robot non solo lavorano, ma iniziano a costruire sé stessi, imparano dagli errori e sviluppano nuovi sensi. La startup texana Apptronik ha siglato un accordo con Jabil per far sì che il suo umanoide Apollo non solo lavori nelle fabbriche, ma contribuisca anche a produrre altri Apollo. Un sistema che si auto-migliora, raccogliendo dati reali per rendere le future generazioni sempre più efficienti.
Nel frattempo, un team di ricercatori ha sviluppato HumanUP, una tecnologia che permette ai robot di rialzarsi autonomamente dopo una caduta. Testata sul robot G1, ha mostrato un successo del 98,3% nel rotolarsi su qualsiasi tipo di terreno, dal cemento al fango. E in Giappone, un drone bio-ibrido usa vere antenne di falena per fiutare sostanze chimiche a 5 metri di distanza, tecnologia che potrebbe rivoluzionare i soccorsi e la sicurezza ambientale.
Anche nello spazio la robotica avanza: il MIT ha inviato sulla Luna AstroAnt, un micro-rover grande quanto un pollice che monitorerà le condizioni del rover principale in ambienti ostili, supportando la preparazione alla missione Artemis III del 2027.
I finanziamenti crescono a ritmi impressionanti: startup come Nomagic e Sanctuary AI stanno sviluppando nuove tecnologie, mentre Amazon investirà 100 miliardi di dollari nel 2025 per integrare AI e automazione nei suoi magazzini. Il futuro non è più una promessa: sta camminando, imparando e costruendo sé stesso. Siamo pronti? Andranno d’accordo con la società umana?
