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Come funziona davvero la sicurezza informatica

“L’unico sistema veramente sicuro è quello spento, gettato in un blocco di cemento e sigillato in una stanza rivestita di piombo con guardie armate. E anche in questo caso ho i miei dubbi”.

Questo l’ha scritto Eugene Howard Spafford, ma è rappresentativo di come funziona la sicurezza informatica.

Dopo il Servizio su Striscia di ieri qualcuno ha deciso di fare uno scherzetto al mio sito personale, questo dove pubblico i post. Ha spostato il puntatore del dominio sul gruppo Telegram di alcuni criminali informatici filorussi di cui ho parlato proprio ieri in TV.
Comprensibilmente qualcuno nei commenti al post in cui ho spiegato cosa stava succedendo, ha scritto:
“Questo è il colmo per uno che si occupa di sicurezza informatica”.

Capisco che possa sembrare sensato, ma più che offendermi, la cosa mi ha fatto capire che sul tema c’è ancora molto da spiegare. E allora provo a fare un esempio.

Immaginate il capo della difesa di un Paese. Ha risorse come minimo per evitare che un carro armato possa invadere la sua Nazione. Ma lo stesso carro armato potrebbe entrare in casa sua senza problemi. Addirittura un uomo disarmato potrebbe entrare nella cantina di casa sua e mettere in disordine tutto per fargli un dispetto.

Non è capace di difendere le cose? Non è più in grado di difendere il suo Paese?

Semplicemente le risorse necessarie sono enormi anche solo per proteggere casa sua da un carro armato. Non spende i soldi per una guardia fissa davanti alla cantina al fine che nessuno possa entrare per metterla in disordine.

Nel mio caso la cantina era perfino ospitata presso un deposito gestito da terzi. Io mi occupo di tenere chiusa la porta del mio spazio e loro si occupano di non far entrare i ladri dentro la struttura.
Tutto qui.

In 30 anni mi è successo di tutto e continuerà a succedere… A meno che non spenga tutto e lo immerga nel cemento. E anche lì non sarebbe sicuro…

Tornando a stamattina, semplicemente credo che qualcuno non abbia gradito che ieri, qui e a Striscia, abbia spiegato che in fondo il gruppo di hacking filorusso che ha attaccato l’Italia, ha fatto molti meno danni di quanto appaia mediaticamente.

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